Nel caso sia vero….lo condivido!

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Se avete spesso avvisato i vostri contatti che pubblicano bufale, sicuramente avete ricevuto la poco convincente giustificazione “L’ho condiviso nel caso sia vero”.

Sapete certamente come vanno le cose. Avvisate gli amici che un post in cui si afferma che possono vincere un’auto di lusso solo mettendo “mi piace” o condividendolo, è una truffa. Tuttavia, mettono “mi piace” o lo condividono comunque e vi dicono: “Ho pensato che probabilmente era una truffa, ma ho provato nel caso sia vero”.

Fate notare molto cortesemente a un vostro contatto, che Facebook NON donerà soldi per aiutare un bambino malato ad ogni condivisione di foto del bambino. Il vostro contatto replica con lo stesso noioso ragionamento, “Bene, lo condivido nel caso sia vero”.

A prima vista, il ragionamento “nel caso sia vero” potrebbe persino avere senso. Dopo tutto, si potrebbe sostenere: che danno può fare?

Invece, non ha senso per niente e può certamente fare danni.

Naturalmente, a causa della poca esperienza di internet, molte persone possono cadere in una di queste truffe o bufale la prima volta che le incontrano, tutto ciò è comprensibile. Spesso, però, anche dopo essere stati informati per bene su questo tipo di truffe, alcuni utenti continuano a condividere “nel caso sia vero”.

Se un contatto usasse la giustificazione “nel caso sia vero”, potreste rispondere con le seguenti riflessioni:

Se mettono “mi piace” o condividono un post truffa “nel caso sia vero”, non si espongono al rischio solo loro, ma espongono alla truffa anche i loro contatti che si fidano loro. Così, se condividono un post truffa, almeno alcuni loro contatti potrebbero fidarsi della loro valutazione e inoltrerebbero il post. Così facendo, questi contatti potrebbero divulgare informazioni personali attraverso questionari online fraudolenti, installare applicazioni pericolose o  scaricare malware. Naturalmente, prima di tutto ciò, i contatti molto probabilmente condivideranno lo stesso post truffa con i loro amici! Perciò i sostenitori di “nel caso sia vero” stanno compromettendo la sicurezza e la privacy dei loro contatti e stanno aiutando la diffusione della truffa in lungo e in largo. Inoltre, favoriscono e aiutano i cyber-criminali, che creano inizialmente le truffe, a guadagnare soldi, ad infettare computer con malware ed a carpire informazioni personali.

Se condividono una bufala con un bambino malato nel caso possa davvero aiutare, stanno effettivamente aiutando la deplorevole persona, che ha creato la bufala, ad accumulare “mi piace” e ad aumentare le visite alle sue pagine. Inoltre, condividendo una foto rubata di un bambino malato stanno incrementando il dolore della famiglia del bambino e stanno violando la loro privacy.

Se condividono un falso allarme, possono impiegare inutilmente il tempo delle forze dell’ordine a smentire. Inoltre creano paure ingiustificate tra la gente e sminuiscono gli allarmi reali.

Quindi, “nel caso sia vero”, non è affatto una buona scusa!

Fonte: http://www.hoax-slayer.com/case-against-just-in-case.shtml

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